25 Giugno 2025
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“Il consumatore non vuole spendere poco, vuole ortofrutta buona”: dalla voce dei protagonisti un nuovo futuro per il settore

Notizie Fresche
scritto da Besostri Frutta Srl il 13-06-2025 09:30


Cosa succede quando 25 aziende della filiera ortofrutticola italiana decidono di incontrarsi, confrontarsi e costruire insieme una visione di marca? Succede qualcosa di insolito, potente e necessario. È quanto avvenuto a Mantova il 5 e 6 giugno, in occasione del primo simposio “Be a Brand” di Spettacoli alla Frutta, un progetto nato per rilanciare il valore dell’ortofrutta italiana e promuovere consumi consapevoli, sostenibili e di qualità.

Un evento senza convegni autocelebrativi né formule già sentite: solo confronto vero, ispirazione creativa e voglia di cambiare le regole del gioco. Perché oggi, più che mai, l’ortofrutta italiana ha bisogno di comunicare meglio, farsi riconoscere e valorizzare ciò che ha di più prezioso: la qualità.

Non basta esser buoni, bisogna raccontarlo bene
Durante il simposio, nomi illustri come Giovanni Rana Jr e Luigi Consiglio hanno ricordato una lezione fondamentale: il marketing si fa con innovazione e coraggio. E l’ortofrutta, sebbene fragile e complessa, ha tutte le carte in regola per diventare la “categoria più sexy del supermercato”, come l’ha definita Consiglio. Ma serve una svolta comunicativa: uscire dall’anonimato, parlare di gusto, filiera, territorio. In altre parole: fare branding.

Il consumatore vuole buono, non economico
L’idea che il cliente voglia solo spendere poco è un mito da sfatare. Come ha sottolineato Consiglio, “dopo il gioco d’azzardo c’è l’ortofrutta: lo scopro solo a casa cosa ho comprato”. Ecco perché la qualità percepita e garantita nel tempo è la vera chiave per distinguersi. Ma per farlo bisogna uscire dalla logica del prezzo, creare fiducia, garantire esperienze costanti e positive.

Le sfide (e le opportunità) della filiera
Certo, il nostro settore ha ancora limiti strutturali. Come ha ricordato Andrea Fedrizzi di Melinda, non sempre tecnologia e natura permettono standard costanti. Ma proprio per questo, fare rete è essenziale. Il buyer non è un nemico, ma un alleato: solo con una filiera coesa possiamo conquistare la fiducia del consumatore e ottenere margini di manovra più equi anche nelle trattative con la GDO.

Il nostro impegno come ingrosso
Noi crediamo che sia arrivato il momento di smettere di subire e iniziare a raccontare: i volti, i campi, le mani che ogni giorno lavorano per portare frutta e verdura buona, sana, tracciabile, sulle tavole degli italiani. Come ingrosso ortofrutticolo, siamo parte attiva di questa filiera e sentiamo la responsabilità di scegliere bene, comunicare meglio e offrire solo ciò che è davvero all’altezza.

Perché l’ortofrutta non è una commodity, ma un patrimonio culturale, nutrizionale ed economico che merita il suo posto d’onore nel carrello di ogni italiano.



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